martedì 13 dicembre 2016

OMAGGIO ALLA GUZZI STORNELLO

OMAGGIO ALLA GUZZI STORNELLO

E' stata esposta all'ultima Eicma destando non poca curiosità. E' la Bylot Guz!, un concept dal sapore vintage che Enrico Farina, il suo ideatore, ha voluto dedicare alla famosa Moto Guzzi Stornelloversione Regolarità. Farina, appassionato collezionista monzese, ha un debole per le moto da Regolarità, le antisegnane delle Enduro che hanno caratterizzato le sue prime esperienze motociclistiche; un fascino contagioso che non l'ha più abbandonato. Ha costruito la sua prima moto nel 2012, era la Six Days 175 che espose a Eicma, e a quella sono seguite fra le altre la Scrambler, la E-Travers, la Regolarità Competizione, la Scottish Trail e il Fangone Cross.
La sua idea è chiara: costruire delle moto di aspetto rétro ma pronte per essere usate nel fuoristrada, leggere e non impegnative da guidare.




La Guz! Si distingue dalle sue precedenti moto perché usa un motore italiano. O almeno una sua base. Nello specifico del vecchio Stornello 160 conserva i carter esterni, mentre tutte le componenti interne sono attuali. Come la trasmissione, la distribuzione e il cambio a cinque marce. Il cilindro è ricavato dal pieno e ha la canna incamiciata, la campana della frizione alleggerita, la biella allungata di 4 mm e il pistone racing.

Può avere il comando del cambio a destra oppure a sinistra e l'originaria cilindrata 202 che può essere incrementata fino a 223 cc.

Il propulsore è stato realizzato da Sauro Artioli, noto preparatore modenese.

Il telaio, in tubi di acciaio, adotta sospensioni di lunga escursione, con gli ammortizzatori ad aria e non mancano richiami estetici allo Stornello Regolarità come lo squadrato parafango posteriore e il silenziatore di scarico piatto.

Il rivestimento della sella riprende invece il tessuto trapuntato delle giacche da equitazione.
Fonte MOTO.IT

MOTORIEEP VOXAN SCRAMBLER

MOTORIEEP VOXAN SCRAMBLER



I francesi sono venerati per essere in grado di creare ricette piuttosto allettanti, sia che si tratti di cucina, casa di moda o l'officina. Voxan, nonostante la sfida di competere contro colossi come giappone, italia e produttori inglesi. Attraverso una recessione piuttosto profonda, l'azienda ora offre più di una semplice moto eccentrica; e l'azienda sta sviluppando una bici elettrica super-tech.
Per ora però preferiamo il tonfo di un motore che brucia benzina e il cuore di ogni Voxan è uno splendido 72° 996 cc bicilindrico a V progettata da corsa guru Sodemo Moteurs. voci di LMP1 a Le Mans Henri Pescarolo e BTCC vincente Renault Lagunas sono stati alimentati da motori Sodemo, dimostrando il pedigree. Tuttavia, Scrambler di Voxan non è esattamente bellissima e non rende giustizia al motore.


Pierre solito Boeufs-up Beemers per rendere la scrambler da strada e aggressiva ha utilizzato il motore come elemento portante consentendo alla cornice perimetrale unica di essere piuttosto limitata, lasciando la bellezza meccanica a vista. Con la sospensione underslung il retrotreno è particolarmente snello.


Il motore potrebbe essere più potente ma è molto più gradevole la guida se non si superano i 100 CV.


Il serbatoio del carburante è sottilissimo e, naturalmente, costruito a mano, non solo per creare un basso profilo ma per lasciare abbastanza spazio sotto per l'airbox piuttosto grosso. Con 10 litri di benzina e un peso a pieno di 190kg il proprietario dovrà fare abbastanza fermate nelle stazioni di servizio. 



TXC80s di Continental forniscono l'estetica fuoristradistica e con 115hp disponibili per derapate su asfalto non dovrebbe essere un problema, ma essendo 17 pollici tutta una serie di gommae da supermotard è disponibile.

giovedì 10 novembre 2016

VERVE MOTO, LA GAMMA SI ALLARGA

Verve Moto presenta a Intermot le prime novità 2017: nuovo motore Euro 4 per la gamma 125 e una linea accessori che permette di crearsi la propria special senza rinunciare all’omologazione

L'interesse verso le moto semplici, di piccola cilindrata, accessibili e allo stesso tempo curate è crescente e la Verve Moto ci crede, tanto che a Colonia si sono viste le Classic 125 omologate Euro4, grazie a una nuova iniezione elettronica e un inedito catalizzatore.




Oltre all'Euro4, la Classic S 125 ha ricevuto anche il sistema di frenata combinata EBS (Electronic Brake System). Questo modello 2017 sarà disponibile a partire dal nuovo anno al prezzo di 2.840 f.c., nelle classiche colorazioni nero e nero opaco. Novità forse ancora più interessante è, invece, il nuovo catalogo accessori ufficiale, con cui sbizzarrirsi per customizzare la propria Classic.
Si potrà così spaziare dalle borse laterali in pelle allo scarico alto in puro stile scrambler. Tutti i componenti potranno essere acquistati e montati insieme alla moto, oppure comprati in un secondo momento. In occasione di Intermot, Verve Moto ha anche ufficializzato la commercializzazione delle proprie moto in Germania.



Classic S 125


Sempre su base Classic S 125 è stato sviluppato “Red Hot”, che strizza l’occhio al fuoristrada più cool, mentre su base Classic 125 sarà possibile ammirare l’eleganza spartana della “Solid Gray Scrambler”, entrambe special create direttamente nel garage Verve Moto.

Fonte motociclismo.it

domenica 6 novembre 2016

TRANSALP SCRAMBLER










Scrambler. Sembra che oggi non esista altro, nel panorama delle special. Le abbiamo viste in tutte le salse, anche se le realizzazioni che vanno per la maggiore sono su base Honda Dominator, BMW serie R e Triumph Bonneville. E Scrambler, appunto.

Oggi il tema è lo stesso, ma cambiamo la partenza. La proposta arriva dal Veneto, e più precisamente da Marcon, Venezia. Loris Landi, dell’officina Just Bike, ci ha mandato le fotografie (scattate dall’amico Stefano Sartor) della sua più recente realizzazione che dichiara, già nel nome - Scransalp - la propria derivazione e la vocazione: una scrambler su base Honda Transalp (qui la gallery: notevole la foto “prima e dopo”…).



CICLISTICA STRAVOLTA IN SENSO “OFF”

Tanto per cominciare, il telaio è stato ripulito, eliminando tutte le staffe e i supporti superflui, mentre il telaietto posteriore è stato accorciato. Per ricavare spazio, la scatola filtro e il vano della batteria sono stati ridotti al minimo.

Al fine di rendere la moto più agile e maneggevole, soprattutto in chiave off-road, la ciclistica è stata profondamente modificata. Tanto per cominciare la forcella è stata sfilata di 30 mm (ora il muso è più basso) e la corsa ridotta, grazie anche all’utilizzo di un olio più viscoso. Il forcellone è stato tagliato di circa 30 mm, per accorciare l’iterasse. Inalterate le misure degli pneumatici (Continental TKC80) che rispecchiano quelle riportate sul libretto di circolazione.

Un nuovo terminale di scarico puntato all’insù è l’unica modifica al motore che, a giudizio del preparatore, va bene così come è. La frenata è stata migliorata utilizzando un impianto Brembo (di derivazione Husqvarna) all’anteriore e kit tubi freno in treccia metallica davanti e dietro.
Cambia un po’ la posizione in sella, più fuoristradistica, con un manubrio alto, replica di quello montato sulle spagnole Ossa da Regolarità degli anni Sessanta, montato sui riser originali, spessorati. Per non interferire con il nuovo serbatoio (in vetroresina, realizzato artigianalmente) quando lo sterzo va in battuta a fondo corsa, la piastra superiore di sterzo è stata rastremata. La bella sella color nocciola, alta e dritta, è stata ricavata da quella di una Husqvarna WR125 modificata. E poi ci sono tanti dettagli realizzati a mano.



LOOK CURATISSIMO (E RIUSCITO)
Chiudiamo con l’estetica, piuttosto ricercata. Nessuno stile “brat”, ovvero trasandato (altra tendenza che sta avanzando nel mondo del custom), ma tanti particolari curati, a partire dalla verniciatura, bianco brillantinato, con strisce di inchiostro blu e rosso, ma anche pinstriping e bordini fatti a pennello (da Mr. Nuzz): un totale di 15 strati di vernice! Con un sottile tondino d’acciaio, un saldatore e tanta maestria sono stati costruiti alcuni elementi, come il supporto del faro anteriore (un CEV da Regolarità), le protezioni che incorniciano i radiatori (riposizionati) e il paracatena.

Il sapore vintage è garantito dalle tabelle porta numero e dal parafango anteriore in alluminio satinato (quello posteriore è in acciaio e arriva da una Moto Guzzi). Un tocco di modernità invece arriva dal faro posteriore e dagli indicatori di direzione, tutti con luci a LED; ma c’è anche la strumentazione digitale Trail Tech e le spie LED, e i fianchetti artigianali in fibra di carbonio. Il tutto in oltre 300 ore di lavoro. Mica male…

FONTE: MOTOCICLISMO.IT